La depressione dell’anziano. Come prevenirla e indicazioni per trattarla

La depressione dell’anziano. Come prevenirla e indicazioni per trattarla

da | Mar 21, 2023 | Assistenza

Tra gli over 65 la depressione è un disturbo molto frequente: ne soffre il 27% delle donne e il 20% degli uomini. Un disturbo, tra l’altro, che non è semplice riconoscere a causa della tendenza delle persone anziane di attribuire certi sintomi caratteristici della depressione all’età o a evitare di parlarne per non pesare sugli altri (le donne soprattutto) o per orgoglio (prevalentemente gli uomini). Un disturbo da non sottovalutare, anche perché porta a un significativo peggioramento della qualità di vita.

 

Cosa è la depressione

Secondo il dizionario Treccani, la depressione è la “deviazione del tono affettivo in senso malinconico, triste, con sintomi cognitivi, comportamentali e somatici che, nel loro insieme, sono in grado di diminuire il tono dell’umore in modo da lieve a grave, compromettendo la socialità e la psicologia di una persona. La depressione non è quindi un semplice abbassamento dell’umore, ma un insieme di sintomi più o meno complessi che alterano anche in maniera consistente il modo in cui una persona ragiona, pensa e raffigura sé stessa, gli altri e il mondo esterno”.

 

Come riconoscerla

Riconoscere la depressione nelle persone anziane non è semplice in quanto i sintomi sono spesso sottosoglia. Essa si può manifestare attraverso:

  • sintomi organici: inappetenza, perdita di peso, insonnia, tachicardia, pressione alta, stanchezza, dolori muscolari, calo di memoria, difficoltà a concentrarsi;
  • sintomi emotivi: tristezza, preoccupazione per la propria salute, impulso di piangere, ipocondria, insicurezza, perdita di interesse per le attività quotidiane e per la cura di sé, irritabilità crescente, autoisolamento, ideazione suicidaria (in caso di depressione il tasso di suicidio negli anziani è più elevato rispetto a quello tra i giovani e colpisce in particolare gli over 85).

 

A chi rivolgersi

Nel caso in cui si sospetti una depressione in un familiare anziano è opportuno rivolgersi al medico di medicina generale o a uno specialista, che attraverso accertamenti specifici effettuerà la diagnosi e stabilirà il trattamento necessario. Effettuare un accertamento medico serve anche a verificare se si tratta veramente di depressione o se i sintomi manifesti sono i prodomi di una demenza, sulla quale si può intervenire rallentandone il decorso.

 

Le cause della depressione

Parlando con il medico è importante specificare se in famiglia vi sono state persone (nonni, genitori, fratelli, zii) con una diagnosi di depressione o di altre patologie dell’area disturbi dell’umore. Nello sviluppo della depressione, infatti, è importante la familiarità. Altre possibili cause che favoriscono lo sviluppo di tale disturbo vi sono lutti (in particolare la vedovanza), malattie croniche, perdita di autonomia, pensionamento, preoccupazioni economiche.

 

Come si cura la depressione negli anziani

La depressione può essere curata in molteplici modi:

  • trattamento farmacologico, con la preferenza di antidepressivi che hanno poche interazioni con altri farmaci;
  • psicoterapia, in particolare di tipo cognitivo-comportamentale;
  • tecniche di neuromodulazione, come la stimolazione magnetica transcranica e la stimolazione elettrica transcranica: si tratta di terapie non farmacologiche, non invasive e non dolorose che intervengono sulla cura della depressione andando a lavorare in modo mirato sulle aree cerebrali coinvolte.

Non meno importanti, nella cura della depressione, sono la dieta e lo stile di vita. Una dieta bilanciata, il movimento fisico, l’interazione con gli altri e la cura di interessi aiutano a recuperare le energie, mantenere il buonumore e ad allenare le facoltà cognitive.

 

Come prevenire la depressione

La depressione non solo si può curare, ma si può anche prevenire sostenendo i pensieri motivanti dell’anziano e creando un ambiente che ne supporti l’autonomia. Questo può essere fatto, ad esempio, dividendo i compiti da affrontare in piccoli step, riducendo il confronto, sostenendo i suoi obiettivi nell’eseguire un’attività e la sua percezione di essere capaci di affrontare compiti e situazioni. Importante anche farlo sentire utile e in grado di decidere autonomamente.

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